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LE PRIME ESPERIENZE DI REETTA

Posso presentarmi? Mi chiamo Reetta e compirò 26 anni a giugno. Lavoro a Karama da quasi tre settimane. Sono arrivata in aereo dalla Finlandia, dopo aver deciso di prendermi una pausa dai miei studi di insegnante di storia e di vedere il mondo da un altro punto di vista. Ho un paio di amici che avevano già lavorato in Palestina e mi hanno suggerito di andare a sperimentare la vita palestinese. Ho iniziato a cercare diverse opzioni di volontariato su internet e ho trovato Karama, che mi è sembrato fin da subito “proprio ciò che fa per me.” E da allora non è cambiato nulla: la buona impressione che ho avuto quando sono arrivata è rimasta e ho avuto un ottimo inizio nella vita lavorativa e sociale qui.

In tre settimane ho imparato molto e molti pregiudizi e aspettative sbagliate sono già stati abbattuti. Nonostante il buon inizio, sento che non ho ancora imparato del tutto come funzionano le cose qui a Karama e che non sono ancora riuscita a dedicarmi al programma al 100%. Finora siamo stati abbastanza impegnati con due volontari nel centro e non c’è stato molto tempo per pianificare qualcosa di specifico. Mi auguro che tra un paio di settimane avrò in mente attività ancora più speciali programmate per i bambini. Ho già alcune idee in mente…

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Lavorare in un campo profughi è impegnativo e stimolante, il successo del vostro soggiorno dipenderà dalla vostra dose di amore, pazienza e volontà di comprendere la cultura e la situazione politica. Qui le persone hanno accessi e privilegi limitati all'assistenza sanitaria, vivono in un ambiente difficile e non sono riconosciute come cittadini con pieni diritti.

Sarò per sempre grata per questo viaggio, per tutte le lezioni che ho imparato dai meravigliosi bambini di Karama, dagli anziani che mi hanno spiegato come il conflitto abbia avuto un impatto universale negli ultimi 65 anni. Voglio esprimere il mio profondo rispetto per i bambini di Deheishe, che non si lamentano mai e vivono come qualsiasi altro bambino. Karama è un grande luogo di crescita.

Lascio il campo profughi di Deheishe con il cuore pieno di gratitudine per tutto ciò che ho, sono venuta con il cuore aperto e ho contribuito nel mio piccolo, sono grata perchè non devo lottare per  preservare la mia dignità e la mia libertà. 

Voglio anche esprimere la mia ammirazione per Antoinette, per la sua dedizione e il suo duro lavoro per rendere Karama un luogo dove i bambini possono esprimersi.

Tornerò sicuramente per un nuovo viaggio, InshAllah!

Grazie a tutti.

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